Oggi è stata giornata di visite nei negozi di mobili preferiti da mia cugina Maria Grazia, in cerca di idee e suggerimenti per la nuova casa di Michela. Abbiamo macinato chilometri di sale e e sale piene di letti, librerie, divani, comodini, credenze, frigoriferi, tende, tovaglie, piatti e bicchieri, in un delirio di suppellettili e di complementi di arredo. Arrivati a casa stremati, curvi sotto il peso di cataloghi e riviste di arredamento, sudati per il caldo africano che ormai sta flagellando la capitale, ho preparato un gelatino fresco e delizioso, che ci ha restituito pace e ristoro. Dopo cena ci siamo intrepidamente buttati tra la folla del lungo Tevere, dove abbiamo trovato bancarelle di varia mercanzia (oltre ad innumerevoli bar e ristoranti affollati di gente che mangiava a più non posso), sulle quali ci siamo buttate a capofitto con lo zelo di un serafino, e dove ho trovato una strepitosa collana che ho acquistato al volo. Mentre noi, all’alba di mezzanotte, si tornava a piedi in Via della Conciliazione, (vale a dire tre chilometri più in là) dove era parcheggiata la nostra mono volume, abbiamo visto frotte e frotte di persone che, a piedi ed in auto, raggiungevano la zona del lungo Tevere di Trastevere con le bancarelle suddette: piazza Trilussa e ponte Sisto erano letteralmente brulicanti di umanità vociante, il lungo Tevere era rigurgitante di auto in fila, accatastate per ogni dove, parcheggiate in terza fila e finanche sui marciapiedi, tra pattuglie di vigili che stavano scrivendo sui blocchetti delle multe a più non posso. Insomma, un vero spettacolo biblico che ci ha lasciati a bocca aperta...

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