Dunque, il recente episodio del furto del sacchetto di pane, sacchetto ritrovato, dopo rocambolesco inseguimento,  manomesso (o meglio, bocca messo) dal nostro ineffabile Otto, il famoso gatto della teppa, non era un caso: al nostro micio piace il pane. Cosa straordinaria, ‘ché mai, credo, si vide, a memoria d’uomo, un felino che abbia tanto a gola codesto siffatto alimento. Eppure è così, lo abbiamo colto con le zampe nel sacco: sul tavolo, dopo pranzo, era rimasto un pezzetto di codesta goduriosa, morbida, succulenta focaccia, dentro ad un sacchetto di carta. Sentendo alcuni rumori sospetti provenire dalla cucina, sono rapidamente accorsa per trovare il sacchetto, strappato in più punti, vuoto sul pavimento; ed il nostro iperbolico (nonché diabolico) gatto che, sotto al tavolo da lavoro, al riparo da sguardi e bocche indiscrete, stava lietamente e solitariamente banchettando tra un mare di aghi di rosmarino e di briciole. Ho dunque chiamato il serenissimo Joannes Carolus, acciocché condividesse con me tale visione meravigliosa e sorprendente, talché ne rimanesse imperituro il ricordo anche per lui (che non a tutti è concesso codesto spettacolo). Ripresi dalla meraviglia, abbiamo chiesto lumi al nostro veterinario di fiducia, il quale è rimasto sbigottito sulle prime, e divertito poi, da codesto inusuale, stravagante comportamento, confermandocene poi, qualora ce ne fosse stato bisogno, l’eccezionalità. Ancora ora ne ridiamo, e chissà per quanto ne rideremo, di codesto buffo episodio del nostro impagabile peloso, che sì tanto apprezza pane e focaccia, che ho preparato con il solo lievito madre, senza impiegare il lievito di birra, la qual cosa la rende assai più leggera, morbida e digeribile. Ci vuole un bel po’ di tempo, ma il risultato vale assolutamente la pena, abbiamo constatato, tra un boccone e l’altro, chiosando subito dopo, allegramente, che non ci sono più i gatti di una volta, signora mia....

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