a casa di ross

a casa di ross
“Sono senza latteeeeee!” E’ l’urlo di dolore che si leva, ogni tanto, in casa nostra. Sono io, che ululo disperata, quando vedo che nel frigorifero ci sono “solo” 3 litri di latte. E qui, ritengo doveroso fare coming out: sono latte dipendente. Bevo quasi un litro di latte al giorno. Il caffelatte alla mattina, il caffè macchiato dopo pranzo, il latte con il cacao per merenda, una tazza di latte prima di dormire, mentre leggo un libro (oltre allo yogurt quotidiano, rigorosamente fatto in casa, con la yogurtiera). Se basta. Alle volte apro il frigo e mi attacco alla bottiglia, presa da raptus incontrollabile. Siccome ero diventata intollerante al lattosio, qualche anno fa il medico mi aveva proibito il latte: ero diventata un’anima in pena. Avevo tentato di convertirmi al latte di soja, a quello di capra, (terrificanti entrambi anche se corretti con il caffè o con il cacao), ma senza successo. Poi finalmente, qualche anima benedetta ha avuto l’idea di mettere in commercio il latte senza lattosio. Ho ripreso a bere latte come prima più di prima, piena di sacro entusiasmo. Così ogni volta che lo trovo al supermercato (chissà perché scarseggia, forse perché gli intolleranti al lattosio sono aumentati esponenzialmente?)... ne faccio scorta. Una volta l’abbiamo trovato in offerta, e siamo usciti dal supermercato con due cassette nel carrello, per un totale di 24 bottiglie di latte. Parevano le scorte per un bunker antiatomico... invece mi son durate una dozzina di giorni... si, perché poi ci ho preparato anche creme e budini. Il Gian ormai ha, tra le sue incombenze domestico-coniugali, quella di reperire litri e litri di Accadì, ogni settimana. Appassionata di latte e yogurt, ovviamente sono anche terribilmente ghiotta di formaggi. Adoro il parmigiano, vado matta per lo scimudin, glorifico il castelmagno, faccio follìe per il Bra e la fontina, mi tuffo nel raschera e nella toma, sono golosa di mozzarella di bufala, pecorino (sono ecumenica, mi piacciono sia il pecorino sardo, che quello toscano che quello siciliano) e vado in estasi per la ricotta fresca. Mi fermo qui, per non tediarvi con l’elencare tutti i tipi di formaggio che amo, la lista sarebbe troppo lunga.... Insomma, dopo aver confezionato i ravioli valtellinesi, aver smaterializzato lo scimudin ed il bormino, ed aver dato una notevole ridimensionata al bitto ed al casera, mi son posta il problema di come utilizzare il resto.... Andate per deduzione... Indovinato... l’ho messo nel risotto che, inutile dirlo, mi è piaciuto tantissimo...
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RISOTTO ALLA FONDUTA DI BITTO E CASERA
martedì 5 maggio 2009