a casa di ross

a casa di ross
Ho già precisato che, in quanto appartenente ad alcune categorie di persone “strane”, molto probabilmente sono (o appaio, il che è più o meno lo stesso) fuori standard. Molte persone se ne sono accorte frequentandomi, perché, tra le altre, ho anche qualche problema con i saluti: mi è successo tante volte, di prima mattina, di entrare in qualche negozio salutando con un gioioso “Buonasera”. Altre sere mi è capitato di salutare i miei attoniti vicini di casa con “Buongiorno”, accompagnato dal mio più luminoso sorriso. Non ci crederete, ma una volta ho augurato “Buon Natale” a Pasqua. Recentemente, sono stata molto vicina ad uscire da un negozio augurando “Buona Pasqua”. Se non che, Pasqua era già passata da una settimana... e meno male che mi sono resa conto all’ultimo istante ed ho potuto aggiungere al “Buona”.... un “sera”... Ultimamente, poi, sono persino peggiorata (anche se pensavo di non poter fare peggio, invece...) Come può testimoniare Pino, il marito di Nives, la mattina di sabato scorso, di fronte al suo “Pronto”, ho esordito, giocondamente, con un “Buonasera, sono Nives”. Dopo due secondi di silenzio sbigottito dall’altra parte, mi sono resa conto di quello che avevo appena detto; così, dopo un minuto di risate generali, mi sono resettata, sono riuscita a dichiarare la mia reale identità e, persino, ad augurare, correttamente, buongiorno, con sollievo del Gian e di Pino. Pochi giorni fa l’exploit: uscendo dall’ascensore del condominio di mia suocera, trovandomi di fronte tre persone che aspettavano, ho cinguettato sorridendo: “Arrivederci!” Non so che faccia abbiano fatto costoro, perché sono uscita velocemente dal portone, senza voltarmi per verificare, ridendo a più non posso, conscia finalmente dello svarione pronunciato. Il Gian, ormai rassegnato ad avere una moglie non perfettamente rifinita, dopo avermi presa in giro, mi ha dato un prezioso suggerimento: “Perché non dici solo: Salve?” Mi sforzerò dunque di accogliere il suo consiglio, nel tentativo di semplificarmi la vita, se non altro per non dare a chi non mi conosce bene l’impressione di essere svampata.... o svampita... Ma, proprio oggi, consumando svariati cornetti con i caffè alla nostra pasticceria preferita (si parla meglio davanti ad un paio di cornetti di pasticceria sfornati caldi, e comunque il corpo non deve mai patire), ho confidato le mie preoccupazioni ad un’amica, riguardo alle mie ultime clamorose esternazioni. E lei, che mi vuole molto bene, mi ha detto che ciò mi succede perché elaboro troppi pensieri, contemporaneamente allo svolgimento di diverse azioni: imperciocchè non ce la faccio a mantenere tutto ‘sto traffico, ciò che mi fa perdere la cognizione del tempo e dello spazio; e, in tutto questo, per meglio spiegare, ci ha infilato dentro Einstein, Bergson e financo Cartesio. Tornata a casa, un poco rinfrancata per quanto riguarda le mie facoltà, ho sviluppato, ovviamente in cucina, la lezione filosofica, elaborando un arrosto con verdure nella pentola a pressione: cuocendo cioè nello stesso tempo e nello stesso luogo diversi ingredienti, risparmiando, ovviamente, il tempo. Dev’essere dunque un difetto di fabbrica, il mio, quello di pensare e fare diverse cose contemporaneamente, con buona pace mia e di chi mi vive accanto... sperando che, alla lunga, tutto ciò non mi porti allo svalvolamento totale...
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ROLLE' DI VITELLO CON ZUCCHINE E CAROTE
venerdì 24 aprile 2009