a casa di ross

a casa di ross
Che io sia intrega tecnologicamente lo si sapeva da lunga pezza (la cosa è, nel tempo, diventata finanche oggetto di storielle spassose ed aneddoti divertenti tra amici e conoscenti); ma quanto abissalmente lo sia l’ho scoperto solo ieri pomeriggio, mentre codesto strepitoso pane in cassetta lievitava placidamente nel suo stampo, ignaro del mio dramma. Ebbene, navigavo serenamente su Facebook, partecipando con gli allegri amici spadellati di Casa Alice ad un interessante dibattito circa il lievito madre, quando mi è venuta la sciagurata idea di aggiungere un indirizzo di posta elettronica al mio profilo. Operazione che si è rivelata improvvida, impervia e finanche temeraria; ‘ché l’indirizzo l’ho cambiato, senza però più riuscire ad entrare nel mio profilo, (non mi si chieda come, perché non so nemmeno se riuscirei a rifarlo), ma ritrovandomi con il profilo tutto da rifare. Ho cambiato browser, pensando ad un’anomalia tecnica passeggera: ma anche qui mi son ritrovata in un profilo dove mancavano tutte le note, le foto, i miei amici, i miei familiari e dove il mio legittimo consorte figurava come amico. Ho pensato dunque di aver, in quale sciagurato modo, cancellato i miei dati, e mi son messa al lavoro per ripristinarli. Dopo un quarto d’ora alcune mie amiche, allarmate da un’inconsueta richiesta di amicizia, già data peraltro molto tempo fa, hanno cominciato a mandarmi messaggi telefonici e postali, in cui chiedevano che cosa stessi mai combinando: messaggi ai quali la mia desolata risposta è stata che lo ignoravo. Ale mi ha dunque mandato il link ad una pagina di Facebook, dove una persona dotata di normale intelligenza avrebbe risolto il problema; ma io, ormai in ciampanelle, non sono riuscita a venirne a capo. In mezzo a codesto frenetico traffico ho visto che, in mezzo ad una lista di persone che avrei potuto conoscere, c’era una certa Rossana che deteneva il mio stesso cognome; ma l’informazione, in quei momenti di ansia, non era stata debitamente presa in considerazione dai miei pochi e ben confusi neuroni; sin quando l’Enrica mi ha telefonato, chiedendomi se avessi un problema; annunciandomi quindi che avevo un clone. Il problema consisteva nel fatto che ero nel profilo sbagliato, quello clonato (increscioso evento che mi faceva sentire un poco come Dottor Jekyll e Mister Hyde), e non riuscivo ad entrare nel profilo giusto. Per più di mezz’ora Enrica ed io abbiamo telefonicamente combattuto fianco a fianco, tra (miei) alterni momenti di orrore e disperazione, dove lei, pazientemente e serenamente, mi ha competentemente guidato step by step a chiudere il profilo clonato; acciocché mi potessi riappropriare non solo della mia identità, ma anche delle mie foto, dei miei amici, dei miei nipoti, di tutte le mie cugine e persino di mio marito. Sia dunque lode lode lode ad Enrica: tutto è bene ciò che finisce bene, e l’ultimo chiuda la porta. E si mangi anche codesto buonissimo pane in cassetta...
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PANE IN CASSETTA CON LIEVITO MADRE
venerdì 20 gennaio 2012