a casa di ross

a casa di ross
Sono grande quel tanto che basta per ricordare mio padre rientrare a casa, la sera, con le canoniche bottiglie di vetro contenenti il latte e lo yogurt, rito che comportava, alla fine della settimana, il riportare i vuoti in latteria. Mia nonna e mia madre, così come milioni di donne, andavano a far la spesa quasi tutte le mattine, con la sporta, una sorta di rete con i manici, per rientrare a casa con quattro o cinque buste di carta contenente lo zucchero (il famoso color carta di zucchero), acquistato sciolto, nonché il pesce fresco, le fettine acquistate dal macellaio, la frutta e la verdura; ed in quel periodo la nostra spazzatura consisteva in un modesto fagottino che portavo alla raccolta sotto casa, ogni due giorni, contenente giusto le bucce delle patate, gli scarti delle verdure mondate e poco altro. Tutto ciò finì quando, nella seconda metà degli anni ’60 (grazie all’italiano Natta che vinse il Premio Nobel per l’invenzione della plastica), i supermercati, che cominciavano ad affermarsi in quel periodo, inaugurarono l’era dei sacchetti di plastica; poi, nei primi anni ’70, arrivarono le acque minerali nelle bottiglie di plastica (sino a quel momento l’acqua minerale si serviva solo nei ristoranti, nelle bottiglie di vetro, ed era un lusso concesso ai ricchi, ai neonati che venivano allattati artificialmente, ed agli ammalati ricoverati in ospedale), dove le acque minerale erano si e no tre. Quindi, lentamente ma decisamente, la plastica ha dilagato, e ci siamo ritrovati in un mare di plastica senza quasi essercene accorti: anche per tre pomodori od un mazzetto di odori c’è allegata la vaschetta ed il cellophane. Quasi ogni sera guardo desolatamente i tre sacchi pronti per il cassonetto della spazzatura, colmi e stracolmi di bottiglie di plastica dell’acqua, del latte, dei detersivi e detergenti per la casa, dei succhi di frutta, delle vaschette di polistirolo contenente la carne, di cellophane: praticamente metà della spesa finisce nel bidone della plastica, e quasi ogni volta Joannes Carolus si chiede e mi chiede come cavolo facciamo ad ammucchiare tutta ‘sta immondizia, visto che siamo solo in tre... Insomma, per scorciare, come direbbero Qui, Quo e Qua, da un po’ ho preso l’abitudine di andare a fare la spesa con la borsa di tela acquistata al mercato di S.Lorenzo a Firenze, oppure con il carrello per la spesa, cercando di acquistare, poco per volta, la frutta e la verdura fresca. So di non essere sola, vedo ormai tante persone girare con la sporta di tela, oppure con scatoloni di cartone colmi di generi alimentari, ed e che alcuni supermercati, intuita la tendenza, hanno cominciato ad offrire le buste di mais, riciclabili. Il cambiamento delle abitudini di spesa e la necessità di conservare per giorni i generi alimentari, nei mercati generali prima, ai punti vendita e nel frigorifero di casa poi, ha portato i produttori a lavorare sugli incroci in modo da ottenere pomodori giganteschi, mele superbe, grandissime, perfette, pesche meravigliose, che si rivelano spesso durissime, prive di succo ed anche insapore, in molti casi, facendole pure strapagare. Ogni estate faccio fatica a trovare le pesche morbide, dolci, che si spellano da sole con le dita, mentre il dolce sugo cola giù per le mani, e quando ci riesco è una festa... Ehm, dopo tutto questo mio “Amarcord”, giungo alfin al dolce sorbetto con le pesche, appunto, al quale ho aggiunto qualche foglia di menta romana, che ha regalato un profumo fresco e delicato. La bontà del sorbetto è strettamente legata alla qualità ed al sapore delle pesche in questione, mentre il termometro da zucchero ma soprattutto la gelatiera, in questo caso, sono imprescindibili, (ma mai ho fatto acquisto più fortunato, dato che da quattro anni raramente acquistiamo il gelato). Non è indispensabile acquistare quelle gelatiere carissime, basta una come la mia, una Krups costata 50 euro, che consiste di un contenitore da mantenere in freezer, ed un motore con la paletta, per ottenere un chilo di sorbetto piacevolissimo, da servire con fettine di pesca, per rinfrescarsi dal caldo estivo....
La ricetta è dello chef pasticciere Sandro Ferretti, dell’Accademia Maestri Pasticcieri italiani, la menta è una mia variazione.
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SORBETTO DI PESCHE AL PROFUMO DI MENTA
lunedì 28 giugno 2010