a casa di ross
a casa di ross
Omammamia che fatica rimettere a posto le foto (c’erano anche quelle scattate da Joannes Carolus, molto belle, da contestualizzare), datarle e collocarle, rintracciare tutti i depliant, i bigliettini, gli appunti, le cartine, i conti dei ristoranti, gli indirizzi dei negozi, consultare le 3 guide di cui disponevo, dare un nome ai soggetti delle foto (‘sta torre ma dove accidenti l’ho fotografata?) e meno male che fotografavo i cartelli con i cenni storici, in modo da raccapezzarmici tra navate e capitelli, rosoni e portoni, ogive ed archi a tutto sesto, piazze e portoni; altrimenti l’avrei finita ai matti, anche perché non sempre riesco a collegare gli appunti del diario di viaggio, scritto a fatica tra tombini e curve, alle foto. E, sistemate le foto con date e riferimenti, mica ho finito: ho dovuto sistemare le pagine del diario, e, oltre alle didascalie, scrivere qualcosa che somigliasse a qualcosa di intelligente. Il tutto tra le macchinate di bucato, le pulizie, le telefonate, e, last but not least, sistemare le cose acquistate: un lavoro da bovari, oltre che da interior design, che abbiamo fatto in due e ci ha portato via mezza giornata, specie per il servizio di ceramica salentina. Abbiamo traslocato mezza casa, spostando servizi di piatti e bicchieri, mezzo bar, (consistente in diverse bottiglie di liquori), ed altri pezzi dell’arredamento, per riuscire a sistemare ogni cosa. Il che mi ha sfinita: così oggi, per pranzo, ho faticato poco ed ho riscosso notevole successo: perché le frise sono semplicissime ma strepitosamente goduriose. Merito dei pomodorini (ne ho acquistati ben 5 chili, dei quali ormai ne resta la metà, perché ci ho già fatto la salsa di pomodoro in previsione della preparazione di maccheroni ed orecchiette; pomodori dei quali ho addirittura acquistato i semi, in modo da piantarli l’anno prossimo, nel tentativo di riaverli a disposizione), decisamente fantastici e saporiti, che esaltano la frisa appena bagnata di acqua, merito dell’olio squisito e dolce, dell’origano secco meravigliosamente profumato, (che in Salento vendono a mazzetti, dentro ad un sacchetto: si scuote un poco e poi si raccoglie l’origano caduto in fondo al sacchetto, che lo protegge anche dalla polvere); e poi merito del sale pugliese di Margherita di Savoia. Anche io ho preso l’abitudine di appendere i peperoncini e l’origano secco in cucina, oltre all’alloro ed al rosmarino che Azzurra ci ha regalato, beandomi dei colori dei peperoncini e dei profumi di alloro e rosmarino, e godendo anche della bellezza delle ceramiche salentine che tengo ormai in bella vista nella vetrina ed in cucina. Ho sistemato i pomodorini in un cesto, in modo da scegliere quelli che maturano volta per volta, per farli durare di più. Insomma, sto studiando da pugliese, da salentina... Perché la nostalgia ha cominciato a farsi sentire, prepotente, già dal momento in cui ho posato lo sguardo sulle foto. La nostalgia per S. Maria, nella sua semplicità così bella, per il cielo azzurro ed il mare di cristallo, per la gente così simpatica, per la bontà della cucina. Ci manca già la piazzetta con la pasticceria Piccadilly, il mercato, la tranquillità della vita; ci manca il lungomare, la vista su S. Caterina, il rumore della risacca che sentivamo prima di addormentarci... Ed anche per la nostalgia ho preparato le frise, non solo perché sono semplicissime da preparare: l’unica difficoltà consiste nel regolarsi nel bagnarle, perché se si bagnano troppo diventato molliccie e “poltigliose”. Così invece di metterle a bagno nell’acqua fredda per un paio di secondi, come fa la mia amica Azzurra, ho bagnato appena la frisa, passandola per un secondo sotto l’acqua, per mantenerla croccante. I pomodorini non si tagliano con il coltello ma si spezzano con le dita, in modo da far colare il sugo sulla frisa, che così si bagna ulteriormente. Si completa con un pizzico di sale, di origano secco sbriciolato ed un bel giro di olio e si serve, preferibilmente su un piatto di ceramica salentina, decorato con il bel galletto con la coda blu e la cresta rossa, accompagnato da una sontuosa e meravigliosa mozzarella di bufala, messa a scolare nell’apposito piatto forato. Un vero pranzo da re, sperando di ripeterlo presto a S. Maria....
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FRISE CON POMODORINI, OLIO, SALE ED ORIGANO
lunedì 13 settembre 2010