a casa di ross
a casa di ross
Ci siamo alzati ancor prima dell’alba, ed è stata dura persino per Taddeo. Io ho ripreso facoltà di intendere e di volere solo dopo una sobria prima colazione, appena un canonico cappuccino e tre cornetti, mentre Joannes Carolus, verso le dieci, ha avuto bisogno di un caffè di supporto. Così ci siamo fermati in un autogrill, illusi che a quell’ora non ci sarebbe stato l’assalto. Invece... Appena entrati, siamo stati travolti e spinti dai componenti di ben tre pullman turistici scesi per la sosta tecnica. Io sono stata separata da Joannes Carolus e trascinata via con e dalla corrente umana, abbattutasi come uno tsunami nel locale, nel quale mi son trovata imprigionata. La cosa mi ha fatto ricordare la scena del film “Moonraker”, in cui il killer che stava per uccidere Bond è stato irresistibilmente trascinato via dalla folla che festeggiava il carnevale, e non ha potuto far altro che osservare James Bond che gentilmente lo salutava. Solo nella zona dei giornali, vicino all’uscita, son riuscita a fuoriuscire dal muro umano e raggiungere le scale che portavano alla toilette. Anche qui una fila chilometrica, poi finalmente sono riuscita a ricongiungermi a Joannes Carolus, imbufalito per l’attesa biblica di un caffè. Tre pullman di turisti hanno messo a ferro e fuoco l’autogrill per una ventina di minuti, lasciandolo come Roma dopo il sacco dei Lanzichenecchi. Arrivati finalmente a Firenze, abbiamo penato mezz’ora prima di trovare uno straccio di parcheggio, strapagato per giunta. Desideravo andare al mercato di San Lorenzo, che è fatto non solo di banchi di fruttivendoli e pescivendoli, ma anche di negozi, vere boutiques di gastronomia, dove ho trovato un banco di fiorista molto fornito di fiori freschi colorati e profumati. Di fronte c’è Nerbone, locale storico, che serve piatti toscani come la ribollita, la pappa con il pomodoro, le pappardelle sul cinghiale, il bollito ed i fagioli al fiasco, con prezzi davvero economici. Abbiamo gironzolato per un po’, in mezzo a prelibatezze toscane e non, tra frutta e verdura freschissima, pesce e carne di ogni genere, olio, vino, miele ed ogni ben di Dio. Abbiamo fatto spesa, ovviamente, poi siamo andati a mangiare da Mario, locale storico anch’esso, a due passi dal mercato, in Via Rosina, 2. Un locale spartano, dove abbiamo condiviso il tavolo con due studenti tedeschi ed un’altra coppia. Taddeo, sotto al tavolo, ha goduto delle attenzioni di tutti i commensali, rimediando grattini e bocconcini sapidi e succulenti. Per 29 euro abbiamo mangiato delle pappardelle sul capriolo veramente eccezionali, un piatto di affettati con pane toscano e vino rosso della casa, nonché un ottimo piatto di fagioli cannellini. La ressa non ve la racconto, alle 13 era già impossibile entrare nel ristorante. Siamo quindi andati alla fiera del cioccolato artigianale, dove abbiamo trovato dei banchi colmi di meravigliose golosità: è stato un percorso fantastico, tra assaggi, degustazioni ed altri acquisti, dove ci siamo lucidati gli occhi (ehm, non solo) con il buon cioccolato lavorato dai bravissimi artigiani, per me son degli artisti, italiani (era presente solo un artigiano belga). Per smaltire pranzo e merenda siamo andati un poco a zonzo per Firenze, divertendoci come sempre in una città che adoro.
Cliccare sulla foto per accedere alla pagina con le foto della visita a Firenze ed alla fiera del cioccolato.
FIERA DEGLI ARTIGIANI DEL CIOCCOLATO A FIRENZE
sabato 6 febbraio 2010