a casa di ross
a casa di ross
L’avevamo in programma da tempo, la visita alla mostra del tartufo bianco, ma ieri mattina, dopo aver visto il meteo su Sky che indicava pioggia sul Centro Italia, eravamo un po’ sconfortati. Abbiamo telefonato alla pro loco di Città di Castello; con voce garrula ho domandato: “Scusi, che tempo fa lì? Sa, noi si viene da Roma...”. La risposta del buon uomo preposto a codesto ufficio, fatta con voce gioviale e rassicurante è stata: ”Venite, venite pure, il tempo è buono, ieri non ha piovuto ed oggi è nuvolo e si sta rimettendo.” In effetti anche a Roma il tempo non era male. Siamo così partiti presto, portandoci anche Taddeo. Ad Orte abbiamo visto le nuvole, gonfie e grigie, ma abbiamo ancora confidato nella buona sorte e, soprattutto, nelle informazioni meteo dateci per telefono. Arrivati a Città di Castello diluviava. Letteralmente. Le spazzole del tergicristallo faticavano a tergere via l’acqua, le pozzanghere sembravano tante fosse delle Marianne, era impervia e perigliosa anche l’uscita dall’auto. La faccia di Joannes Carolus: tutto un programma. Taddeo invece uggiolava per uscire e sguazzare felice. Ho arrischiato l’uscita dall’auto, zampettando sotto l’ombrello per entrare di bar in bar per chiedere ove mai fosse ‘sta benedetta mostra mercato. Di richiesta in richiesta, abbiamo optato per lasciare Taddeo in auto, almeno momentaneamente, ed andare in esplorazione. Dopo un breve peregrinare abbiamo finalmente trovato il palazzo Vitelli, dove erano sistemati i banchi di salumi, formaggi e vini per le degustazioni, (c’era anche uno stand che ospitava due produttori di birra artigianale, che Joannes Carolus ha apprezzato di molto: la birra artigianale Imperale Collesi e la Birra San Biagio, l’unica umbra di ispirazione monastica, datata 1333) mentre in piazza Matteotti avevano sistemato un immenso stand dedicato interamente ai tartufi ed ai prodotti a base di tartufi. In piazza del Duomo, invece, c’era un grandissimo tendone dedicato ai prodotti caseari e salumifici (e non solo) umbri ed italiani. Per fortuna la pioggia ci ha dato un po’ di tregua ed abbiamo potuto recuperare Taddeo, che, malgrado il cappottino imbottito si era allegramente infradiciato, in virtù del fatto che, essendo un bassotto, cammina raso terra. Abbiamo finalmente potuto goderci la mostra, girando per banchi, stands, degustando, annusando, spilluzzicando ed assaggiando prodotti fantastici, dall’olio al vino, dai formaggi ai salumi, al pane, godendoci anche il profumo dei numerosi tartufi, dei porcini, delle fragranti caldarroste, dei tanti vini pregiati, della legna bruciata che emanata dai camini delle case. Verso le 16, 30 la folla ha cominciato a riempire le strade e le piazze, ed è stata dura riuscire ad acquistare i prodotti nei vari stand. E siccome Joannes Carolus detesta il pigia pigia e l’affollamento, anche perché quello che rischiava maggiormente di essere calpestato era Taddeo, siamo tornati alla macchina un po’ prima dell’orario previsto. E’ lapalissiano dire che non siamo tornati a mani vuote? Si, direi proprio che è lapalissiano....
Un cenno sull’olio e l’Umbria.
La coltivazione dell’olivo in Umbria ha origini molto antiche, risalenti agli etruschi. La regione umbra, dopo aver ottenuto dall’Unione Europea il riconoscimento della Denominazione di Origine Protetta sull’intera produzione regionale, è stata suddivisa in 5 sotto zone di produzione (Colli Martani, Colli Assisi - Spoleto, Colli Amerini, Colli del Trasimeno, Colli Orvietani), ciascuna delle quali è caratterizzata da una diversa combinazione di cultivar (varietà di olive), che, a loro volta si distinguono per differenti caratteri elaiografici (alberi, foglie, frutti), caratteristiche biologiche ed agronomiche e caratteristiche qualitative (organolettiche, intensità di fruttato, dolce amaro e piccante, colore e chimiche come composizione acidifica, polifenoli e clorofille totali). Le principali varietà di olive in Umbria sono: Moraiolo, Frantoio, Leccino, San Felice, Pendolino e Dolce Agocia. Il risultato è un ottimo olio, fruttato ed intenso, con gusto equilibrato, con buone sensazioni di amaro e piccante, e con un retrogusto di carciofo e mandorla. Il terreno umbro ha una natura estremamente rocciosa e povera di humus del terreno, ed un clima freddo che impedisce naturalmente la riproduzione della “mosca delle olive”.
Cliccare sulle foto per accedere alla pagina con le foto della giornata e dei prodotti.
MOSTRA MERCATO DEL TARTUFO BIANCO A CITTA' DI CASTELLO
domenica 8 novembre 2009